zero
Ho bisogno di essere di fronte al suono di tutte le tue
domande successive. Sono ormai certo che sarai tu il paradigma di un
nuovo tempo cromato continuo, non come un elettrocardiogramma, ma come una cosa
anarchica e fluida. Sei l’unica possibilità di incamerare una certa quantità di
news senza il rinforzo del panico, sei un futuro prossimo in cui
tutto può silenziarsi, duratura come la scalata millimetrica alla vertigine di una
corolla durante la quale ho tempo di osservare il peso dei tuoi
orecchini. Tu sei colei che regola la velocità accelerata della superficie e
indica che il dentro è lento, come la differenza tra lo snodo
e la punta di una lancetta. Arriverai, e ti riconoscerò come ti
riconobbi mentre sciogliesti la folla come un nodo, diradando lenta l’intorno. Acquea
come la reliquia di vapore sulla stoffa di una coscia, come durante
la mattina, molto presto, una catenella di perline mercuriali attaccate a una
ragnatela, ancora lo sei?Nell’abisso futuro e nella sua mancanza di punti di
riferimento tu darai il massimo, sensibilissima come un ago – o come
il dito contro l’ago stesso – sarai un’infinità di micromovimenti che formeranno
la linea perfetta e ovale dello zero,per costruire poi in silenzio il
pensiero sacro della parola uno e di tutto il milione, anch’esso perfettamente
conteggiato, che dopo potrebbe seguire. Dentro una foresta regolarissima di parallelepipedi in
metallo leggero non ti rinforzerai mai in un codice definito, ma sarai
sempre una casualità perfetta. Ogni secondo varierai al ralenti la tua postura
senza chenessuno se ne possa accorgere, come una nuova specie di cinema
di scuola esotica mai visto prima. I tuoi fonemi saranno talmente lenti
e aerei che respirerai il tuo stesso respiro e se possibile ti
purificherai ancora. Sarai talmente tanto uno spazio specchiato che premerai addosso a
tutti come un cielo. Sarai salvifica non essendo, perché sarai un desiderio.
E non essendo in presenza, sarai in assenza, dirai ciò che fu
e ciò che vorresti che fosse, ma non dirai niente di te.
Sarai il fantastico ponte sotterraneo verso una stagione estesa fino allo stremo,
sarai l’illusione prolungata della certezza.
Ho bisogno di essere di
fronte al suono di tutte
le tue domande successive. Sono
ormai certo che sarai tu
il paradigma di un nuovo
tempo cromato continuo, non come
un elettrocardiogramma, ma come una
cosa anarchica e fluida. Sei
l’unica possibilità di incamerare una
certa quantità di news senza
il rinforzo del panico, sei
un futuro prossimo in cui
tutto può silenziarsi, duratura come
la scalata millimetrica alla vertigine
di una corolla durante la
quale ho tempo di osservare
il peso dei tuoi orecchini.
Tu sei colei che regola
la velocità accelerata della superficie
e indica che il dentro
è lento, come la differenza
tra lo snodo e la
punta di una lancetta. Arriverai,
e ti riconoscerò come ti
riconobbi mentre sciogliesti la folla
come un nodo, diradando lenta
l’intorno. Acquea come la reliquia
di vapore sulla stoffa di
una coscia, come durante la
mattina, molto presto, una catenella
di perline mercuriali attaccate a
una ragnatela, ancora lo sei?Nell’abisso
futuro e nella sua mancanza
di punti di riferimento tu
darai il massimo, sensibilissima come
un ago – o come
il dito contro l’ago stesso
– sarai un’infinità di micromovimenti
che formeranno la linea perfetta
e ovale dello zero,per costruire
poi in silenzio il pensiero
sacro della parola uno e
di tutto il milione, anch’esso
perfettamente conteggiato, che dopo potrebbe
seguire. Dentro una foresta regolarissima
di parallelepipedi in metallo leggero
non ti rinforzerai mai in
un codice definito, ma sarai
sempre una casualità perfetta. Ogni
secondo varierai al ralenti la
tua postura senza chenessuno se
ne possa accorgere, come una
nuova specie di cinema di
scuola esotica mai visto prima.
I tuoi fonemi saranno talmente
lenti e aerei che respirerai
il tuo stesso respiro e
se possibile ti purificherai ancora.
Sarai talmente tanto uno spazio
specchiato che premerai addosso a
tutti come un cielo. Sarai
salvifica non essendo, perché sarai
un desiderio. E non essendo
in presenza, sarai in assenza,
dirai ciò che fu e
ciò che vorresti che fosse,
ma non dirai niente di
te. Sarai il fantastico ponte
sotterraneo verso una stagione estesa
fino allo stremo, sarai l’illusione
prolungata della certezza.
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